‘Tu ami tutte le creature, Signore, e nulla disprezzi di ciò che hai creato,
tu dimentichi i peccati di quanti si convertono e li perdoni,
perché tu sei il Signore nostro Dio’ [cfr. Sap 11,23-26]
Mentre la Chiesa apre il suo cammino quaresimale, la Liturgia ripete, nell’antifona di ingresso della Messa del mercoledì delle ceneri, le parole della Sapienza: annunzio dell’amore immenso del Signore per le sue creature e invito a vivere la conversione e il perdono quale unico itinerario per giungere a celebrare e godere della grande gioia pasquale.
Esortava San Clemente I, papa: ‘Teniamo fissi gli occhi sul sangue di Cristo, per comprendere quanto sia prezioso davanti a Dio suo Padre: fu versato per la nostra salvezza e porta al mondo intero la grazia della penitenza[…]. Lo stesso Signore in tutte le cose parla della penitenza impegnandosi con giuramento: Com’è vero che io vivo – oracolo del Signore – non godo della morte del peccatore, ma piuttosto della sua penitenza […]. Di’ ai figli del mio popolo: Anche se i vostri peccati dalla terra arrivassero a toccare il cielo, fossero più rossi dello scarlatto e più neri del silicio; basta che vi convertiate di tutto cuore e mi chiamate ‘Padre’, e io vi tratterò come un popolo santo ed esaudirò la vostra preghiera.. . Fissiamo fermamente lo sguardo sul Padre e Creatore di tutto il mondo, e aspiriamo vivamente ai suoi doni meravigliosi e ai suoi benefici incomparabili’.
Molti uomini del nostro tempo non intendono più parole come penitenza e conversione, altri sorridono e scuotono il capo. Eppure coloro che vogliono celebrare la Pasqua di salvezza devono mettersi in cammino sulle vie della penitenza, della preghiera, del digiuno, per portare frutti di giustizia, di pace, di verità, di libertà, soprattutto di carità senza finzioni e infine di vita eterna.
Ben lontano dal conformarsi alla mentalità corrente, i cristiani si pongono in ascolto del loro Signore, si fanno attenti alla santa tradizione della Chiesa per vivere nel tempo i misteri della salvezza e godere della grazia e dell’amicizia di Gesù Cristo mentre sono incamminati verso la Pasqua eterna.
Dunque, il piccolo gregge di Cristo ritorni, in questo tempo santo di Quaresima, a una più assidua preghiera, alla riscoperta del digiuno e della penitenza quali armi per giungere ad un più profondo rinnovamento nello spirito, ad una autentica riconciliazione con Dio suo Creatore, unica via per accogliere tutti gli uomini quali figli dell’unico Padre e perciò fratelli. Nel messaggio per la Quaresima di questo anno, il Santo Padre Benedetto XVI scrive: ‘ I discepoli del Signore, uniti a Cristo mediante l’Eucaristia, vivono in una comunione che li lega gli uni agli altri come membra di un solo corpo. Ciò significa che l’altro mi appartiene, la sua vita, la sua salvezza riguardano la mia vita e la mia salvezza.’ Ed è per questo che lo stesso papa, recuperando quanto si legge nella Lettera agli Ebrei: ‘Cerchiamo anche di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone’ (10,24), ci esorta a camminare insieme nella santità, le vera via della penitenza e della carità; a rispondere alla chiamata universale alla santità; a intraprendere un serio e ‘costante cammino nella vita spirituale, ad aspirare ai carismi più grandi e a una carità sempre più alta e più feconda (cfr 1 Cor 12,31-13,13). L’attenzione reciproca ha come scopo il mutuo spronarsi ad un amore effettivo sempre maggiore, «come la luce dell’alba, che aumenta lo splendore fino al meriggio» (Pr 4,18), in attesa di vivere il giorno senza tramonto in Dio. Il tempo che ci è dato nella nostra vita è prezioso per scoprire e compiere le opere di bene, nell’amore di Dio. Così la Chiesa stessa cresce e si sviluppa per giungere alla piena maturità di Cristo (cfr Ef 4,13). In tale prospettiva dinamica di crescita si situa la nostra esortazione a stimolarci reciprocamente per giungere alla pienezza dell’amore e delle buone opere’.
‘Accompagna con la tua benevolenza, Padre misericordioso, i primi passi del nostro cammino penitenziale, perché nell’osservanza interiore corrisponda un profondo rinnovamento nello spirito. Amen’.
A tutti il mio augurio di un santo cammino quaresimale nella verità, nella grazia e nella pace del Signore nostro Gesù Cristo.
+ Carlo, vescovo
Con il Mercoledì delle Ceneri inizia il cammino quaresimale che ci condurrà alla celebrazione della Pasqua del Signore, l’8 Aprile. Perché la Quaresima? La Chiesa in questo tempo prega così: ‘Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia, purificati nello spirito, alla celebrazione della Pasqua, perché, assidui nella preghiera e nella carità operosa, attingano ai misteri della redenzione la pienezza della vita nuova in Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore.’ E ancora: ‘Tu hai stabilito per i tuoi figli un tempo di rinnovamento spirituale perché si convertano a te con tutto il cuore e liberi dai fermenti del peccato vivano le vicende di questo mondo, sempre orientati verso i beni eterni.’ Dunque la Quaresima è cammino, itinerario, nuovo esodo che ci conduce verso la Pasqua. Un itinerario spirituale che vuole condurre ogni uomo di buona volontà alla vittoria sulle insidie dell’antico tentatore e al dominio sulle seduzioni del peccato. L’uomo è chiamato, con l’aiuto di Dio, a questa vittoria, lottando con le armi del digiuno e della penitenza per giungere ad un profondo rinnovamento nello spirito, ad una più autentica riconciliazione con Dio suo Creatore. In questa ottica è attualissima la pratica del digiuno, della preghiera, della carità. Digiunare per essere più presenti a se stessi. Pregare per essere in comunione con Dio. La carità fraterna per testimoniare Dio unico Padre di tutti che vuole che i suoi figli siano gli uni per gli altri dono. Norme pratiche circa il digiuno e l’astinenza. Il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo tutti coloro che hanno compiuto la maggiore età fino al 60° anno finito sono tenuti al digiuno che consiste nel fare un solo pasto completo durante la giornata e nel prendere un po’ di cibo al mattino e alla sera. Tutti i venerdì di Quaresima coloro che hanno compiuto il 14° anno di età sono tenuti ad astenersi dalle carni. Così anche per gli altri venerdì dell’anno nei quali, comunque, i vescovi italiani hanno stabilito che lo stretto obbligo dell’astensione dalle carni può essere sostituito da qualche altra opera di penitenza: astensione da cibi desiderati e/o costosi; atto di carità; maggior impegno nel sopportare le difficoltà della vita; lettura della Sacra Scrittura. |