Pubblichiamo l’omelia che il nostro Vescovo Carlo ha pronunciato durante la Santa Messa In Coena Domini nella Cattedrale di San Cerbone, giovedì 18 aprile.
«Carissimi fratelli e sorelle,
abbiamo ora ascoltato dal vangelo di Giovanni che «prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine» (13, 1).
I nostri giorni sono cadenzati dalle ore che segnano il tempo che passa, ore liete e ore tristi, ore in cui viviamo la fatica della vita ed ore in cui gustiamo la gioia e il frutto di quella fatica.
Segnano la nostra vita l’ora della nascita e l’ora della morte, ma soprattutto per noi cristiani c’è l’ora della croce. Noi cristiani la chiamiamo così, ma per tanti la parola croce non richiama alla loro mente nulla di particolare se non disperazione; è un’ora ignota, stracarica di assurdo e di incomprensibile. Perché tanta violenza? Perché tanta ingiustizia? Perché la morte di tanti innocenti? Perché tanta stupidità? Perché tanta falsità che tradisce l’uomo e lo sfigura?
È il mistero del nostro vivere e del nostro morire, ma soprattutto è la domanda del perché accada tutto questo e a che cosa giovi.
Scriveva Esther Hillesum, detta Etty: «Tutta la mia debolezza … continua nel documento allegato