A poco più di un miglio da Marciana, a ridosso del Monte Capanne, il più· alto vertice dell’Elba: è il più· antico, il più importante, il più suggestivo.Oltre seicento metri sul livello del mare; acqua, frescura e solitudine; ombre deliziose di castagni secolari; monti ripidi, selvaggi, irti di enormi sassi granitici; vista meravigliosa allargantesi in cerchio , fino alla Corsica, alle isole di Capraia e di Gorgona, ai Monti Apuani, a Populonia; tutto intorno un diffuso alito di mistero e di pace.L’origine del Santuario è avvolto nella leggenda. Alcuni pastori, pascolando i loro armenti in prossimità del Monte Giove, trovarono, stupiti, dipinta su di un sasso di granito, una immagine della Vergine. Scesi al paese narrarono il fatto. La gente accorre, l’entusiasmo si accende e ben presto si pensa di costruire un modesto Oratorio. Ma il luogo del rinvenimento è troppo distante e troppo pi· in alto del paese. Si delibera unanimemente per il Pian del Castagna, dove viene trasportato il masso dipinto e raccolte le pietre per la costruzione.All’alba del giorno seguente, non si trovano più· né il masso, né le pietre: tutto ritrovano dove la sacra Immagine fu veduta per la prima volta dai pastori, a seicentoventisette metri sul livello del mare, sotto la cima del Monte Giove, vicino ad una freschissima sorgente. Fu allora innalzato lassù· un modesto oratorio, in seguito ampliato nelle proporzioni attuali perché insufficiente alla moltitudine dei pellegrini.Le proporzioni attuali risalgono al 1595. L’altare di marmo che contiene la Sacra Immagine fu eretto nel 1661; l’esedra delle fontane costruita nel 1698; il campanile nel 1921.Nessun documento viene a rischiarare gli oscuri inizi del Santuario e solo dalle caratteristiche dell’Immagine dipinta sul muro, possiamo dedurre che risalga alla fine del 1400 o al principio del 1500.Tra gli oggetti sacri appartenenti al Santuario un calice di rame dorato con lo stemma dei Medici forse donato quando Marciana, con tutta l’Elba, nel 1547 fu soggetta a Cosimo I.L’altare è sormontato dal nome di Maria e dall’iscrizione “Refugium Peccatorum”. Fu costruito dall’Opera di Santa Maria Maggiore o della Madonna del Monte, quando ne erano Operai Paolino e Domenico Muzzi. Racchiude la parete in cui è affrescata la Madonna che tiene le mani congiunte e il volto atteggiato a materna tenerezza. Sembra seduta su di un trono ed è circondata da un nimbo ovale di angeli, due dei quali raffigurati con l’intera persona, in atto di suonare strumenti musicali, e gli altri con la testa e le ali soltanto. La bellezza dell’affresco è temperata da un senso di spiritualità che, distaccandola da un aspetto puramente umano, la rende pi· devota e ispiratrice di pietà: l’Immagine stessa invita alla preghiera.Alla base delle due colonne che sostengono la trabeazione dell’altare ci sono due epigrafi bellissime: l’una dice “corri frettoloso al sacro altare ed invoca la grande potenza della Madre di Dio. Essa dal sommo dei cieli, a te misero porgendo il suo aiuto, otterrà generoso perdono delle tue colpe”; l’altra: “contempla, o peccatore, la Madre e piangi le tue colpe. Se pio ed umile ti avvicinerai, i cieli per te stilleranno dolcezza”.In altri altari sono rappresentati, accanto alla Vergine, S. Monica e S. Lucia, S. Agostino e S. Nicola da Tolentino: si tratta di tele settecentesche.Una delle finestre istoriate rappresenta S. Paolo della Croce, apostolo dell’Elba nel luglio del 1730, che soggiornò nel Romitorio ospite di un eremita che colì si trovava e che con il Santo ebbe poi ad incontrarsi anche a Talamone (1737): S.Paolo ne approfittò per mandare una lettera ad Antonio Francesco Appiani di Rio, che divenne in seguito Passionista e morì in età giovanile in concetto di santitàAll’esterno del Romitorio una lapide ricorda il soggiorno di Napoleone Bonaparte dal 23 Agosto al 5 Settembre 1914.