
Dignità e verità: sono questi i limiti da non travalicare nella comunicazione, mondo che non riguarda solo gli operatori ma tutti gli esseri umani, come ha ricordato Alessandro Gisotti parlando del suo lavoro di giornalista a fianco di papa Francesco. Tanti gli incontri a cui ha partecipato il direttore dell’ufficio diocesano delle comunicazioni sociali: prima il convegno organizzato dalla Conferenza episcopale italiana «A.I. confini della comunicazione» e poi il primo grande evento giubilare, il giubileo della comunicazione inaugurato in occasione della memoria del patrono dei giornalisti san Francesco di Sales. Titoli espliciti che hanno posto al centro questioni fondamentali per l’attualità di una professione che si sta rapidamente trasformando: l’intelligenza artificiale, i suoi limiti e le prospettive non solo future, ma soprattutto presenti. Tanti incontri che saranno approfonditi nelle prossime edizioni del settimanale diocesano La Traccia su Toscana Oggi
Il convegno Cei
Come già scritto, i rappresentanti italiani delle diocesi e dei media cattolici si sono ritrovati nel primo pomeriggio di giovedì 23 a Roma per incontrarsi. Nella due giorni di appuntamenti sono state numerose le relazioni ascoltate. In apertura il saluto di mons. Pompili, vescovo di Verona e presidente della Commissione episcopale per la Cultura e le comunicazioni sociali della Cei, il quale ha introdotto subito il tema centrale. «Bisogna evitare di considerare le nuove forme di comunicazioni semplicemente neutre, perché non sono indifferenti». «Paradossalmente – ha osservato – il più grande valore dell’intelligenza artificiale è il mettere in luce per contrato l’intelligenza naturale», sottolineando che «stiamo perdendo il contatto con la realtà, è urgente volgere sguardo alle cose concrete». Ha poi evidenziato che «in un contesto in cui si procede con lo smaterializzare la realtà, il dito è diventato l’organo della scelta. L’uomo – ha domandato – sceglierà invece di agire?». In seguito le parole di Vincenzo Corrado, direttore nazionale Cei dell’ufficio delle comunicazioni sociali che ha voluto riprendere l’immagine della soglia della porta santa per descrivere la sua lettura di un mondo sempre più iperconnesso ma isolato. «La soglia va attraversata: si può sostare, ma non interrompere il cammino. La luce, trattenuta da una porta chiusa, si riversa verso l’esterno con un semplice gesto compiuto distrattamente nella quotidianità: l’apertura. Pensare al senso del cammino, alla soglia, all’attraversamento delle porte che collegano le varie stanze o “proteggono” le abitazioni, aiuta a comprendere la delicatezza e l’importanza della comunicazione e dell’informazione». «Siamo più connessi – ha detto, ma sempre più isolati. Ecco, la contraddizione del pellegrinaggio per questo tempo, che conferma la realtà: non siamo soli! C’è sempre una persona che cammina accanto o che ha già percorso quello stesso tratto di strada lasciando tracce indelebili del suo incedere». «È proprio nel movimento – ha proseguito – che si dà forma alla comunicazione e all’informazione. Il richiamo al camminare, in questa accezione, sottolinea la necessità di relazioni che accompagnino, sostengano e facciano fruttificare le storie ricevute in dono». E’ stato quindi poi il turno dei primi interventi «esterni»: prima Maria Chiara Carrozza, presidente del centro nazionale richerche (Cnr) e poi Maria grazia Franchi, docente all’Università cattolica del sacro cuore. L’indomani, dopo le parole di Alessandro Gisotti, vicedirettore della direzione editoriale del dicastero per la comunicazione della santa sede, l’intervento del direttore del Tg2 Antonio Preziosi e di Marco Ferrando (vicedirettore di Avvenire) e Celeste Satta, master di giornalismo all’università di Torino, temi cui dedicheremo appositi articoli approfondimento.
Il giubileo
Nella giornata di venerdì, poi, con la celebrazione in San Giovanni in Laterano è stato dato il via ufficialmente al giubileo della comunicazione che ha visto i principali impegni nella giornata di sabato 25 gennaio, quando più di 9.000 operatori della comunicazione nel mondo si sono ritrovati in Aula VI per incontrare papa Francesco. Prima, dopo il pellegrinaggio alla porta santa, avevano avuto la fortuna di ascoltare le note del maestro Uto Ughi e le testimonianze di Maria Ressa, nobel per la pace nel 2021 e dello scrittore irlandese Colum McCann. Nel pomeriggio l’incontro nella basilica di Trastevere con l’intervista di De Bortoli al cardinal Zuppi, mentre l’evento si è chiuso con la celebrazione della Messa domenicale in San Pietro, presieduta dal pontefice.
GLI APPROFONDIMENTI E LE RIFLESSIONI NELLE PROSSIME EDIZIONI DEL SETTIMANALE DIOCESANO LA TRACCIA SU TOSCANA OGGI