Sono 1.672 le persone che, in tutto il 2023, hanno ricevuto aiuti alimentari in maniera continuativa, lungo tutto il territorio della diocesi, dalle strutture di distribuzione legate alle parrocchie e alla Caritas diocesana, presenti a Donoratico, Venturina, Follonica, Piombino, Portoferraio e Massa Marittima. Un piccolo – ma costante e significativo – aumento rispetto alle 1.548 persone del 2022.
Sono i numeri documentati dal report annuale redatto per siFead, il programma dell’Unione Europea che stanzia fondi comunitari per garantire prodotti e beni a sostegno delle persone in difficoltà. L’accesso agli aiuti alimentari è regolamentato dalle «Istruzioni Operative» che definiscono «indigenti» coloro che abbiano almeno un’attestazione tra le seguenti: può essere rilasciata dal Servizio Sociale del Comune di residenza oppure la si ottiene se si è in possesso di attestazione INPS del riconoscimento del beneficio dell’Assegno di Inclusione, oppure se hanno un valore dell’indicatore di situazione economica equivalente (ISEE in corso di validità) non superiore a euro 9.360. In casi eccezionali, il regolamento lascia comunque alle strutture (nel nostro caso i centri di ascolto Caritas) la possibilità di farsi carico anche di una accertata condizione di indigenza – per un anno – anche laddove i precedenti requisiti non siano rispettati. Le persone possono accedervi solamente dopo la presa in carico da parte dei centri di ascolto Caritas che hanno il compito di far sì che le persone ricevano un aiuto, ma, allo stesso tempo, vengano indirizzate, grazie a una progettualità personalizzata, nella direzione dell’autonomia e dell’indipendenza, per evitare che un aiuto temporaneo si trasformi in assistenzialismo. Non sempre succede, è più facile a scriverlo che a farsi, ma deve rimanere il punto focale di queste attività.
I numeri
In tutta la diocesi, quindi, 1.672 persone hanno ricevuto aiuti materiali. La cifra comprende anche le 310 famiglie che hanno ottenuto supporto presso l’Emporio della Solidarietà di Follonica che nel 2023 ha attuato il programma con un altro ente coordinatore, il Banco Alimentare. Guardando alle statistiche, delle rimanenti 1.362 persone degli altri 5 punti di distribuzione (quindi Donoratico, Piombino, Venturina, Portoferraio e Massa Marittima), è minima la differenza di genere: sono 691 le femmine e 671 i maschi (50,7% contro il 49,3%). Sul totale emerge il dato relativo al problema giovanile: i minori di 16 anni che rientrano nel programma sono il 32,52% ovvero 443 persone. Considerando il tema della povertà ereditaria è un numero da non sottovalutare. La percentuale più alta, anche per l’ampiezza della fascia considerata, è relativa a persone tra i 17 e i 63 anni, che raggiunge il 59,25% ovvero 807 unità. Sono invece 112 le persone con età superiore ai 64 anni, l’8,22% del totale. Dei 1.362 assistiti in maniera continuativa, 876 sono stranieri (64,31%) e 486 italiani (35,68%). Otto in totale le persone senza fissa dimora.
Sui territori
Per quanto riguarda i singoli territori, a Piombino sono state assistite durante l’anno 390 persone, di cui 131 minori di 16 anni e quasi il 69% di stranieri. Parità tra genere femminile e maschile (197 e 193).
A Venturina 321 persone in totale, con una quota di minori di 16 anni che raggiunge il 34,26% mentre gli stranieri sono il 60%. Donoratico fa segnare la percentuale più alta di minori di 16 anni che ricevono un aiuto alimentare: il 34,56%. Sul totale di 243 persone, gli uomini sono il 53,4% e gli italiani il 28,8% (percentuale più bassa tra tutti i punti di distribuzione considerati).
La quota più alta di italiani invece si raggiunge all’Isola d’Elba dove tra chi riceve aiuto sono il 47% del totale, ovvero 179 persone: tra questi le femmine superano il 54% e i minori di 16 anni il 31%. Infine, a Massa Marittima, le persone che hanno ricevuto aiuti in maniera continuativa sono 229, di cui il 53,7% femmine, 26,63% minori di 16 anni (quota più bassa in tutte le strutture), il 13,97% persone con età superiore ai 64 anni (quota più alta in tutte le strutture) e il 63,75% stranieri.
Povertà multidimensionali
Povertà è una parola molto comune che spesso viene associata – esclusivamente – alla mancata disponibilità di risorse e beni materiali da parte delle persone definite come tali. Nella lingua italiana deriva dal latino paupere che significa povero, la cui radice è composta da pau(poco) e parere (partorire) ad indicare qualcosa che produce poco: inizialmente era un termine riferito ai terreni e agli animali.
Oggi comunemente definiamo la povertà quella condizione umana caratterizzata da privazione continua e cronica delle risorse, capacità, scelte, sicurezza e potere necessari per poter godere di uno standard di vita adeguato e altri diritti civili, culturali, politici e sociali. La povertà è distinta in termini assoluti e relativi, provvisoria o permanente, addirittura ereditaria; genera disuguaglianze ovvero limitazioni per cui non è possibile sviluppare pienamente la propria vita in assenza di possibilità ed opportunità, così da non riuscire a dar forma ai propri sogni e realizzare le proprie legittime aspirazioni.
Ma chi può considerarsi veramente immune della povertà?
Ciò che è veramente a rischio, se non si riducono le disuguaglianze, è il bene comune e la stabilità della società civile. Inoltre, è riduttivo limitare l’area della povertà alla sola dimensione materiale: da anni ormai si ragiona in termini di multidimensionalità, ovvero una misurazione che va oltre il solo reddito, includendo vari aspetti come salute, istruzione e qualità della vita, ambiente. Questo approccio considera che una persona è povera se soffre in diverse dimensioni della vita contemporaneamente. Quanti sono i migranti benestanti che sono scappati dal proprio luogo nativo non per ragioni economiche ma a causa del cambiamento climatico o di guerre scoppiate all’improvviso, senza che alcun cittadino ne avesse alcuna responsabilità? Quanti personaggi (anche famosi) raccontano di essere ricchi ma infelici?
L’ARTICOLO COMPLETO SUL REPORT E’ STATO PUBBLICATO NELL’EDIZIONE DE LATRACCIA DI DOMENICA 2 GIUGNO 2024. INFO E CONTATTI: LATRACCIA@TOSCANAOGGI.IT