Pro Motori di Cambiamento

TRATTA DA LA TRACCIA DI DOMENICA 22 OTTOBRE

Giovani Pro-Motori di cambiamento» è il titolo del progetto rivolto ai giovani che la Caritas diocesana sta realizzando quest’anno con fondi CEI 8xmille. Si tratta di un’iniziativa che ha come obiettivo di investire nella formazione dei giovani della diocesi, offrendo loro la possibilità di incontrare realtà in tutta Italia che si occupano di protagonismo giovanile e animazione della comunità, da cui trarre stimoli e spunti da replicare sul territorio.

Sabato 14 ottobre si è svolto il secondo incontro e la prima vera uscita. Nel pomeriggio un gruppetto di 11 giovani, composto da ragazzi e ragazze di Piombino e Donoratico fra i 18 e i 30 anni, tutti già impegnati a livello sociale in Caritas o negli Scout, si è recato a Firenze. Qui sono stati accolti dai coetanei dell’area «Young» di Caritas.

La Young Caritas Firenze è stato ospite a Piombino prima della tappa

La sede di Young Caritas Firenze è in via Corelli, dove sorgono gli altri uffici e servizi della Caritas diocesana. È una piccola saletta a due piani, molto accogliente, dove i giovani si ritrovano «innanzitutto per stare bene».

Qui Young Caritas ha il compito di agire «in un’ottica di alleanza intergenerazionale che chiede agli adulti la libertà interiore di essere tra quelli che «si preoccupano di dar vita a processi più che di ottenere risultati immediati» e ai giovani di imparare a sporcarsi le mani, mettendosi in gioco e assumendosi le responsabilità che questo comporta».

Questo significa che in questo spazio non ci sono adulti che coinvolgono i giovani in progetti già definiti, a volte cadendo nella tentazione di sfruttarli per tamponare ruoli rimasti scoperti dalla carenza di volontari, ma operatori che accompagnano i giovani nella realizzazione delle loro idee.

Santina Morciano, una delle operatrici di Young Caritas, e Claudia Melli, responsabile area scuole di Caritas, raccontano come l’esperienza sia nata provando a coinvolgere alcune ragazze che avevano già svolto il Servizio Civile o l’Anno di Volontariato Sociale con Caritas Firenze. Tutto è iniziato inviando loro un questionario in cui si chiedeva quali esigenze o idee ciascuno di loro avrebbe voluto realizzare: la risposta più gettonata è stata quella di organizzare un cineforum per sensibilizzare la cittadinanza ai temi della sostenibilità nell’ambito del cibo e della moda. Il gruppetto ha cominciato a ritrovarsi, creando un vero e proprio spazio, non solo fisico, che hanno voluto chiamare «BeYou»: essere sé stessi, potersi esprimere liberamente è la caratteristica principale di questo luogo di aggregazione giovanile. Quest’estate il BeYou ha organizzato i primi due appuntamenti di cineforum. Come hanno raccontato loro, la partecipazione del pubblico è stata scarsa, ma ciò che ha contato di più è stata la soddisfazione tratta dallo stare insieme e dal provare a realizzare delle iniziative belle per il proprio territorio. L’attivazione di questo gruppo ha inoltre innescato la creazione di una rete con altre realtà del territorio. Per esempio hanno iniziato a collaborare con loro una coppia di imprenditori, fondatori del brand Narvalo, che offrono un’alternativa alla fast fashion realizzando giacche di jeans di seconda mano sulla quale riproducono opere d’arte.

In ascolto delle testimonianza dei giovani fiorentini

Uno dei processi più belli generati da Young Caritas è stato l’accompagnamento di un progetto fotografico, ideato da due studenti incontrati attraverso un laboratorio a scuola. Un’operatrice di Caritas Firenze era infatti andata nella loro classe a spiegare numeri e statistiche sulla povertà, raccolti dall’Osservatorio della Povertà e delle Risorse. L’incontro ha suscitato in Pietro e Fabio la voglia di andare oltre questi dati, dando loro un volto. Pietro era presente sabato pomeriggio e ha raccontato alla delegazione della nostra diocesi come abbia deciso in prima persona di contattare Young Caritas per chiedere un aiuto nella realizzazione di questa idea. Ne è uscita fuori una mostra fotografica, dal titolo «Oltre i numeri», in cui i due giovani fotografi hanno intervistato e fotografato alcuni beneficiari di servizi Caritas, quali strutture di accoglienza per senzatetto, persone con problemi di tossicodipendenza, madri sole con figli. In questo progetto fotografico Pietro e Fabio hanno voluto

dare risalto all’umanità di queste persone, guardandole non tanto come utenti in condizione di bisogno, ma uomini e donne con un proprio vissuto, una propria storia.

Young Caritas ha accompagnato i due giovani, fornendo loro gli strumenti e i contatti necessari per concretizzare il progetto e aiutandoli a presentare la mostra in diversi luoghi pubblici di Firenze, fra cui Palazzo Vecchio. Ma soprattutto Young Caritas ha ricevuto un grande dono: «quello di poter guardare la realtà dalle stessa angolatura di Pietro e Fabio». Da questa iniziativa, Pietro ha deciso di continuare a collaborare con Young Caritas, proponendo un corso di fotografia gratuito per giovani, che è partito qualche settimana fa, con appuntamento settimanale, fino a dicembre.

Infine, è seguita la testimonianza di Giovanni, anche lui ex-servizio civilista di Caritas Firenze, ora impegnato in un’esperienza internazionale con Caritas Italiana: il servizio civile universale nelle Filippine. Young Caritas ha approfittato di una breve pausa a casa di Giovanni per invitarlo a testimoniare la sua esperienza. Giovanni ha provato a sintetizzarla, raccontandola dal punto di vista di un concetto chiave:

quello dell’empowerment, ossia del dare potere, la capacità di diventare autonomi,

che è il lavoro che Giovanni sta svolgendo nel paese asiatico. In questo senso ha spiegato le difficoltà relative alla diversità culturale, cioè alla fatica di dover mettere da parte i nostri schemi occidentali per comprendere una società completamente diversa, che agisce e ragiona secondo altre linee di pensiero. Una società poverissima, in cui il primo istinto sarebbe quello di arrivare, donare soldi e attrezzature e spiegare come migliorare più velocemente. Invece cooperare per lo sviluppo significa andare al passo delle comunità che si incontrano, senza stravolgere il loro mondo.

Al centro vanno messe le persone, ricordandosi che anche chi è più povero ha diritto a esprimere le proprie opinioni e a decidere che cosa è meglio per sé stesso

cosa che dovrebbe fa riflettere molti operatori e volontari del terzo settore nel tipo di rapporto spesso paternalistico che instaurano con gli utenti dei vari servizi caritativi. Giovanni ha concluso la sua testimonianza raccontando di un pomeriggio passato con i bambini di una comunità indigena a raccogliere le arachidi nei campi. Tecnicamente si trattava di lavoro minorile. Eppure quei bambini al mattino andavano a scuola, avevano la possibilità di studiare e al pomeriggio aiutavano i genitori nell’agricoltura, vivendo tutto in maniera assolutamente libera e serena. Nella nostra mentalità occidentale i bambini dovrebbero vivere la loro infanzia giocando e studiando: ma siamo sicuri che i nostri bambini in Europa siano così felici e non abbiano anche loro varie difficoltà legate ai diversi contesti sociali? Il concetto di infanzia felice non è allora relativo al proprio contesto? Ecco, operare in luoghi così lontani serve a mettere in discussione sé stessi: la presenza di Giovanni, non essendo nel posto e non conoscendo bene la lingua locale, non porterà un cambiamento efficace nelle Filippine. Ma l’esperienza fatta sarà invece generatrice di grandi processi a Firenze, una volta concluso l’anno di servizio civile. Per questo Young Caritas è pronta ad accogliere le idee e le proposte che Giovanni avrò voglia di costruire al suo rientro.
Le testimonianze sono state davvero arricchenti e interessanti per la delegazione della nostra diocesi, che ha poi concluso la giornata con una cena insieme ai giovani fiorentini e il pernottamento presso il convento dei frati di Monti alle Croci, che ringraziamo ancora per l’ospitalità. L’incontro ha sicuramente smosso degli interrogativi e rinnovato la voglia di spendersi sul proprio territorio.

L’appuntamento è allora alla prossima tappa del progetto prevista dall’8 al 10 dicembre, per una tre giorni in Piemonte tra Cuneo e Torino a visitare altre buone pratiche di protagonismo giovanile e animazione di comunità.

30 Ottobre 2023

condividi su