“Se fare un gesto d’amore ti fa sentire bene, immagina farne migliaia”. E’ questo il claim della nuova campagna di comunicazione 8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, che mette in evidenza il significato profondo di un semplice gesto che permette ogni anno di realizzare migliaia di progetti in Italia e nei Paesi in via di sviluppo. La campagna sottolinea la relazione forte e significativa tra la vita quotidiana dei cittadini e le opere della Chiesa, attraverso la metafora dei “gesti d’amore”: piccoli o grandi che siano, essi non fanno sentire bene solo chi li riceve, ma anche chi li compie. SCOPRI DI PIU’ CLICCANDO QUI
Domenica 7 maggio è la giornata di sensibilizzazione alla firma dell’8xmille alla chiesa cattolica. Un tema da approfondire in maniera accurata, in modo tale che si possano conoscere bene i dettagli di questa possibilità democratica. Avevamo scritto nelle precedenti edizioni e lo ribadiamo che destinare l’8xmille è gratuito, non costa nulla!
Infatti non stiamo parlando di una tassa in più, ma semplicemente della libera scelta dei cittadini cui è affidata la possibilità di decidere a chi destinare una percentuale della quota totale IRPEF tra lo Stato e le confessioni religiose con lo scopo di sostenere attività umanitarie, sociali, religiose e caritative.
Democrazia diretta
Ai contribuenti è quindi richiesto di esprimersi: se si sceglie di non votare infatti la quota del gettito Irpef sarà comunque destinata, ripartita in proporzione alle preferenze di chi ha firmato. Destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica significa sostenere tre macro ambiti di intervento: il sostentamento del clero, le opere caritative e il culto, ovvero sia i costi per le attività ordinarie che per la manutenzione del patrimonio artistico che rendono sempre più belle e accoglienti le città italiane.
Chi e come si firma
Chiunque può apporre la sua firma, sia chi è obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi ma, soprattutto, anche coloro che ne sono esonerati. Si può scegliere come destinare l’8xmille tramite il modello redditi o il modello 730, mentre chi è esonerato dalla dichiarazione dei redditi in quanto possiede solo redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati può comunque «votare» o recandosi in un CAF, o presso gli uffici postali o anche contattando il parroco o gli uffici di curia. SCOPRI DI PIU’
Interventi in diocesi
Sono tanti e sono concretamente visibili: per esempio, per quanto riguarda le opere caritative, basta citare le ultime realizzate: l’Abito Solidale a Follonica inaugurato lo scorso 11 aprile, oppure l’Emporio della Solidarietà di Piombino, che sostiene più di 80 famiglie della città da più di un anno. Alcune si notano meno ma, grazie a questi fondi, possono agire con maggior forza: per esempio i centri di ascolto che, sparsi su tutto il territorio diocesano, aiutano (anche economicamente) più di 700 famiglie, dall’Elba a Donoratico, passando per Massa Marittima, Venturina, Follonica e Piombino.
Per quanto riguarda il patrimonio artistico è storia recente la ristrutturazione della parrocchia dell’Immacolata a Piombino, come lo fu, qualche anno fa, quella dell’organo in cattedrale, la chiesa di san Bernardo Abate a Donoratico mentre sono iniziati da poco i lavori di ristrutturazione dell’oratorio del Cuore Immacolato di Maria e dei locali parrocchiali, entrambi a Porto Azzurro. Sarà poi il turno della canonica di Cavo.
Le parole di mons. Baturi
Intervistato da Toscana Oggi, il segretario generale della CEI, ha ribadito l’importanza di questo gesto gratuito ma fondamentale: «Non si tratta di un semplice finanziamento, ma della destinazione di una parte delle tasse per finalità volte a soddisfare interessi primari delle persone, il cui raggiungimento è affidato anche alla Chiesa» sottolineando che i dati «confermano che la spinta dell’8xmille per la Chiesa e per altre confessioni religiose è stato un volano importante per incrementare le attività di welfare comunitario e solidale, un guadagno non soltanto per i beneficiari, ma anche per chi vive la propria responsabilità sociale in modo associato, creando opere, fornendo servizi e partecipando alla costruzione del bene comune. Non dimentichiamo che il welfare in Italia è determinato anche da questa rete».
Ufficio Sovvenire