Carissimi, le invocazioni delle lodi del Giovedì Santo ci invitano a ringraziare il Signore perché mediante il battesimo ci ha uniti a lui nella morte, sepoltura e risurrezione; perché con l’unzione spirituale ci ha reso partecipi della sua dignità regale, sacerdotale e profetica; perché fa scendere su di noi l’olio della letizia, della pace, della salvezza; perché si incontra con noi nei sacramenti per offrirci l’abbondanza dello Spirito. È un invito alla lode e al ringraziamento, un invito a guardare al Signore e ad andare a lui, ad abbandonare le nostre certezze, le nostre autosufficienze, le nostre solitudini orgogliose e superbe, incapaci di andare all’altro, di uscire da noi stessi, anzi, ogni giorno più determinati a difendere il nostro nulla, o peggio, le nostre fragilità e inconsistenze, se non addirittura il nostro peccato. È la vecchiaia del mondo che rifiuta la grazia e la misericordia di Dio: la vita che scaturisce dalla Croce. È un voltare la faccia all’Uomo Crocifisso – di cui era figura antica il serpente di bronzo a cui l’Israelita volgeva lo sguardo per essere guarito – nel cui nome solo c’è salvezza e vita eterna: è Lui, infatti, a portare nel mondo la novità che non muta, né può passare, perché viene da Dio e non dall’uomo. È la giovinezza di Dio che entra prepotentemente in un mondo già vecchio…